“Nella mia vita ho avuto molte esperienze lavorative. Ho scritto varie sceneggiature, ho diretto diverse fiction e quiz televisivi, ho lavorato con Sergio Leone in America, ho diretto quattro Festival di San Remo; ritengo di aver avuto una carriera fortunata. Ma, ragazzi, sappiate che voi vi affacciate in questo mondo mentre quest’ultimo sta cambiando, sia per la tecnologia, sia per i budget investiti. Quindi dovete conoscere ciò a cui andate incontro”. Queste sono le parole, quasi “profetiche”, con le quali il regista Stefano Vicario si presenta agli allievi del Master in Cinema e Televisione dell’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli.

Vicario spiega in parole semplici la basilare differenza tra la regia cinematografica e televisiva. “Gli elementi di base dei linguaggi visivi, in realtà, sono uguali ma vengono usati in modo diverso. Se girate un film – continua il regista – i tempi delle riprese li decidete voi, in televisione invece la timeline scorre diversamente. Nel cinema puoi fermarti, costruire e poi agire, in tv ciò non è possibile. In una diretta devi attenerti a tempi prestabiliti, contando su un piano camere già predisposto. La diretta tv è un’esperienza particolare e ti da un’adrenalina incredibile! Inoltre una buona regia, va fatta sull’audio. E’ importante saper staccare sulle pause di intenzione, di respiro, per poter aumentare il ritmo e la frequenza di lavoro”.

Il regista di “Avanti un altro” espone gli elementi di base di una buona regia televisiva. Le inquadrature si suddividono in tre famiglie di piano: i totali, cioè campi larghi che raccontano l’ambientazione; gli intermedi, ovvero il restringimento dei piani larghi; i primi piani che sottolineano l’emotività del racconto. “Ci sono dei tabù alla base di ogni regia – afferma Vicario – come ad esempio lo scavalcamento di campo. Ormai molti registi hanno infranto queste regole e il primo tra tutti è stato Alejandro González Iñárritu nel film 21 Grammi nel quale un’intera scena è girata sovvertendo questa regola. In questo mondo, infatti, le regole sono fatte per essere infrante, ma bisogna prima conoscerle!”.

“Vi sono differenze sostanziali tra le fiction americane e le fiction italiane – evidenzia il docente del Master – in America, oltre ai diversi budget investiti, la fiction attira il cinema. In essa si sperimentano nuove tematiche e sceneggiature e si dà un peso particolare all’interpretazione dell’attore. In Italia, invece, è il contrario. Il cinema ha un peso notevole rispetto alle fiction televisive e queste ultime, quasi sempre, non hanno molto riscontro all’estero. Il vero problema qui in Italia è che nelle fiction vi è una grande assenza di preparazione. Infatti chi fa cinema, spesso, guarda con snobbismo chi fa tv”.

La lezione continua con un’esercitazione che il docente fa sostenere agli allievi. Grazie alle attrezzature di ultima generazione presenti al Master, gli studenti hanno avuto la possibilità di effettuare delle riprese in studio riuscendo così a capire meglio gli argomenti discussi in mattinata.