Al Master in cinema e televisione mattinata dedicata alla proiezione del docufilm “Aperti al pubblico”. Vincitore Premio del Pubblico al Festival dei Popoli di Firenze, il documentario riflette su uno dei tanti mali che affligge l’Italia: la burocrazia. Ambientato a Napoli, il lungometraggio racconta le tensioni e le polemiche che si creano ogni giorno nell’Istituto Autonomo per le Case Popolari di Napoli tra gli impiegati e la folla di utenti che cerca disperatamente una soluzione a problemi abitativi. Ma i casi presentati dalla gente e le simpatiche discussioni con i lavoratori permette al docufilm di oscillare tra la satira e il dramma. Gli impiegati assai spesso riescono a fare davvero l’impossibile pur di dare anche un minimo aiuto agli utenti.
A presentare il documentario è la regista Silvia Bellotti, che dopo essersi laureata in architettura e aver frequentato una scuola di giornalismo a Palermo, si cimenta nel mondo del cinema documentaristico esordendo con “Il Foglio”, un cortometraggio che mette già in risalto la tematica della burocrazia. “Ho scelto la strada del cinema – spiega Bellotti – perché il giornalismo non mi permetteva di esprimere al meglio le mie emozioni. Con la camera è tutta un’altra storia”. Da dove nasce l’interesse per il mondo della burocrazia? “Ragioni personali. Quando mi sono trasferita a Palermo a causa di problemi residenziali ho avuto numerosi problemi con l’Agenzia delle Entrate. E’ stato un vero incubo. Inoltre, problemi di questo tipo sono evidenti soprattutto nei territori danneggiati dalla criminalità e dalla povertà, come appunto in alcune zone di Napoli. Qui gli abitanti sono costretti a seguire percorsi che non si adattano alla legge e cercano di risolvere i loro problemi burocratici affidandosi alla sorte e alla sensibilità degli impiegati che incontreranno negli uffici. Ma nonostante a Napoli si parli sempre di morte e le istituzioni sono inefficienti, i cittadini non perdono mai l’ironia che li contraddistingue. E’ proprio questo il pilastro del mio film”.
L’attenzione degli allievi del Master si centra poi sulle riprese. Come fanno i protagonisti a non sentirsi osservati? “Sono stata in quell’istituto per quasi due anni – spiega Bellotti – e dopo tutto questo tempo si è creata una vera amicizia con le persone del posto. E’ questo che li ha resi tranquilli e naturali”. Il suggerimento finale della regista agli allievi vien fuori proprio da questa sua esperienza di contatto con la comunità degli impiegati dell’Istituto per le Case Popolari: “Il lavoro per la realizzazione tecnica di un film comincia dal rapporto di fiducia e di sintonia che saprete creare sul set”.
Francesco Paolo Magliacane