“Ognuno di noi ha tre vite: una pubblica, una privata e una segreta”
– Gabriel Garcìa Màrquez
E’ con questa premessa narrativa che Paolo Genovese torna nelle sale italiane con il suo decimo film e un cast interamente italiano. “Perfetti sconosciuti” ammicca al pubblico con complicità intellettuale e di classe, quando vuole svelare cosa si cela sotto al tappeto di coscienza dei sette amici di lunga data riuniti a cena, in uno stile che ricorda il francese “Carnage” di Roman Polanski.
In una scena unica, come in una rappresentazione teatrale, si svolge una roulette russa rivisitata dal regista romano: un gioco che consiste nel leggere ogni messaggio che arriva ai commensali o ascoltare con il vivavoce ogni chiamata che i protagonisti riceveranno durante la serata.
I padroni di casa sono Rocco (Marco Giallini) ed Eva (Kasia Smutniak). Marco Giallini – già protagonista di “Tutta colpa di Freud”- torna a interpretare un personaggio molto umano e sensibile, di professione chirurgo plastico e sposato ad una psichiatra in crisi, confusa sulle sorti del suo matrimonio e che non riesce a trovare un dialogo con la loro figlia adolescente. Sarà lei, Eva, a proporre questo gioco al massacro, sostenendo che tante coppie si lascerebbero all’istante se controllassero il contenuto del cellulare dell’altro. A trovarsi costretti ad accettare questo gioco ci sono Bianca e Cosimo (Alba Rohrwacher e Edoardo Leo), una coppia innamoratissima appena sposata: lei veterinaria, timida, educata, riservata e ben voluta da tutti, l’ultima arrivata nel gruppo; lui fa il tassista ma è un uomo eclettico dalle mille idee sempre in cerca di nuovi affari. Gli altri amici seduti a tavola sono Lele e Carlotta (Valerio Mastrandea e Anna Foglietta). Sono sposati da anni, ma il loro rapporto è in crisi e faticano a sopportarsi; lui è un funzionario che lavora in un ufficio legale di una grande azienda privata, lei si dedica completamente ai loro due figli. Infine, c’è Peppe, interpretato da Giuseppe Battiston, un professore di ginnastica, licenziato per esubero, che doveva presentarsi con la sua nuova fidanzata, la quale però si ammala all’ultimo momento.
Incastrati in un gioco di controcampi che enfatizza le espressioni e la mimica facciale, i sette di Genovese recitano la sceneggiatura scritta da Filippo Bologna, Paolo Costella, Paola Mammini, Rolando Ravello e Paolo Genovese, affiancati da un team di psicologi professionisti per ben quattro mesi.
Girato in sei settimane, con riprese quasi sempre in notturna, il film si svolge in una borghese abitazione romana, in occasione di un’eclissi di luna che i sette protagonisti ammireranno dalla terrazza, ricordando e omaggiando lo stile delle commedie di Ettore Scola.
Il regista lascia un posto libero a tavola e lo riserva al pubblico, l’ottavo e inconsapevole invitato che avrà l’occasione di riflettere su “quanto crediamo di conoscere realmente le persone che abbiamo accanto”. La risposta di Genovese a questa domanda è forte e chiara, come lo dimostra l’amaro e cinico finale, che svelerà come questi amici, pur conoscendosi da tempo, si ritroveranno ad essere gli uni per gli altri dei “perfetti sconosciuti”.
Il film, uscito nelle sale italiane l’11 febbraio, è campione d’incassi nel primo weekend con 3.326.000 € raccolti al botteghino.
Paolo Genovese continua la sua collaborazione con i grandi cantautori italiani: questa volta la canzone omonima del soundtrack del film viene scritta e interpretata da Fiorella Mannoia.