“Mi raccomando di una cosa: spiegate bene agli attori che provineremo le emozioni che devono provare. La cosa fondamentale per loro è riuscire a compatire il personaggio da interpretare; solo così riusciranno a dare il meglio”. Così il regista e sceneggiatore Francesco Munzi, vincitore nel 2015 di ben nove David di Donatello con il suo film Anime Nere, dà il via alla lezione di casting con gli allievi del Master in cinema e televisione.
“Poiché generalmente il tempo per i casting è ridotto – spiega Munzi – è necessario chiarire da subito all’attore cosa si sta cercando per il proprio prodotto audiovisivo. Se ci rendiamo conto che l’attore garantisce ciò che ci serve, possiamo concludere il provino valutandone due cose in particolare: la prima è la performance vera e propria e la seconda è che rispecchi dal punto di vista fisico il personaggio come lo si è immaginato nella sceneggiatura. Avere un attore bravissimo non serve se non risulta plausibile per quel ruolo.”

Dopo questa cappella introduttiva fatta dal regista, si passa ai casting veri e propri. Numerosi attori professionisti si sono cimentati in alcune scene scritte dai masteristi che ne hanno diretto le performance.
Alla fine dei provini c’è stata un’intensa riunione tra gli allievi e Munzi, nella quale sono state valutate le singole performance attoriali.
Dal punto di vista empatico, alcuni attori sono piaciuti meno di altri proprio perché, a dire degli aspiranti registi: “recitavano troppo, non rendendo la performance naturale”.
“Il segreto per effettuare una buona scelta – conclude il docente – è non ragionarci troppo. Lo spettatore quando guarda l’opera non ha il tempo di riflettere più di tanto sull’attore, ne carpisce piuttosto complessivamente la bravura grazie alla capacità di coinvolgerlo nell’opera stessa. Questo è quello che deve accadere anche a voi… così sarete sicuri di non sbagliare”.

 

di Luigi Iodice