Venezia a Napoli è stata sicuramente un’ottima occasione per godere la visione di film che difficilmente verranno riproiettati sul grande schermo; tra questi la pellicola Non essere cattivo di Claudio Caligari è quella che si è imposta con maggior forza sia agli occhi dello spettatore più curioso, se si considera la ridondante notizia di un’inaspettata rappresentanza italiana agli Oscar, che a quelli dei cinefili più pretenziosi.
Nell’ambito della manifestazione partenopea dedicata ai film presentati alla 72esima edizione del Festival del Cinema di Venezia, la proiezione di Non essere cattivo, tenutasi al cinema Astra, è stata preceduta da un breve incontro con Valerio Mastandrea, durante il quale l’attore romano ha raccontato la sua difficile quanto esilarante esperienza da produttore per una pellicola che ha duramente faticato a vedere la luce del proiettore.
Eppure in un arco di tempo relativamente breve si è passati dal rischio di non riuscire a realizzare affatto il film per mancanza di fondi, alla successiva comparsa sulla scena di grandi investitori e di istituzioni del cinema. Tant’è vero che si è pensato di produrre anche un documentario che racconterà l’incredibile traversata che la pellicola ha dovuto affrontare per giungere integralmente sul grande schermo. “Ne ho viste di stanze del potere che voi umani non avete mai visto” ironizza Mastandrea parlando dei finanziatori con cui ha dovuto interfacciarsi. “Per noi era un traguardo inaspettato visto che all’inizio non avevamo niente. C’era solo Claudio per il quale il tempo stava per scadere: un regista vero come non ne fanno più. Uno che si sporcava le mani, non come quelli che pontificano dall’alto senza conoscere a fondo la realtà”.
Ma ciò che il produttore ha teso maggiormente a sottolineare, arrivando al cuore del pubblico partenopeo meglio di qualsiasi altra pellicola mai inscenata, è che questo film è stato il risultato di un sentito lavoro corale e di una forte collaborazione tra persone che hanno creduto fortemente in questo progetto. “Non essere cattivo – ha infatti proseguito Mastrandea, - è la più viva testimonianza di come il mestiere del cinema sia un mestiere frutto di un importante lavoro collettivo e di come le cose riescano meglio quando si fanno insieme; se riuscissimo a trasferire questa visione alla vita di tutti i giorni allora riusciremmo a capire quanto siamo niente senza le persone che ci circondano”.
Caligari può essere definito “un intellettuale vero” sempre diviso tra l’’attenta ricerca del perfezionismo tecnico ed estetico e l’ossessiva indagine sul campo della realtà periferica romana dalla quale spesso il regista, come il collega Pierpaolo Pasolini, ritraeva le vite talvolta meschine dei protagonisti delle sue storie.