“La colonna sonora non è solo la musica di un film, ma un suono intenzionale che accompagna immagini in movimento”. Così si presenta Davide Mastropaolo alla sua prima lezione nella 3^ edizione del Master in Cinema e Televisione dell’Università Suor Orsola Benincasa. Musicista, direttore del suono per il cinema, e anche titolare di una piccola società di produzione, Mastropaolo si definisce innanzitutto un buon pianista: “La passione per la musica – dice – mi ha portato a lavorare con molti registi, napoletani e no. Uno dei film nei quali ho lavorato allo sviluppo della colonna sonora e che ricordo con molto affetto è ‘Là bas – Educazione criminale’ di Guido Lombardi”.
“Il suono è un essenziale strumento di comunicazione delle informazioni – spiega l’autore – un elemento creativo che molto spesso diventa un nostro alleato. Ed è un vero e proprio linguaggio”. Un modo per fare buoni lavori? “Cominciate imitando i grandi autori – spiega Mastropaolo – e poi cercate di avere quanto più controllo sulle scelte che fate. Tutto, insomma, deve avere una motivazione ben precisa. La domanda da porsi, prima del ‘come fare’, è ‘perché’ fare una scelta”. Il compositore continua il suo discorso mettendo in risalto le differenze dei vari tipi di suono che si possono incontrare in un film. “Importante sempre ricordare che i suoni fanno tutti parte di un unico e grande insieme: la colonna sonora. Ciò significa che occorre ragionare a 360 gradi su quello che ascolteremo nel film finito. Il suono – spiega l’autore – deve creare empatia, suscitare emozioni a ogni singolo spettatore in sala”.
Cos’è la musica? “Oggi – dice Mastropaolo – la possiamo definire come l’organizzazione di rumori su uno spartito, o lungo un film. È molto importante evitare di utilizzare, nei prodotti audiovisivi, brani già esistenti, che significa incappare spesso nel copyright: un errore che viene fatto più volte di quel che si può credere. Cercate di sviluppare nuove idee. Non c’è cosa più divertente che creare nuovi suoni, soprattutto con le nuove tecnologie digitali”. Il compositore esorta i suoi allievi a non arrendersi mai: “Il suono – spiega – rappresenta il 50% di un film. Anche se in Italia chi lavora nel montaggio sonoro è sottovalutato e spesso anche sottopagato, bisogna ricordare che è proprio il fonico ad avere sempre l’ultima parola nel montaggio di un film”.
Francesco Paolo Magliacane