“Il regista è colui che riesce a raccontare una storia attraverso un proprio punto di vista; ma prima di arrivare a confezionare una qualsiasi opera audiovisiva con il proprio mood e il proprio stile, non basta saper trasgredire; al contrario, sarà necessario comprendere e assimilare fino in fondo i caratteri essenziali della messinscena e della composizione filmica”. E’ così che esordisce Massimiliano Papi, docente di regia televisiva del Master in Cinema e Televisione, nella sua prima lezione e autopresentazione agli allievi. Dopo aver maturato una forte esperienza come aiuto regista e assistente alla regia nei centri di produzione Rai e Mediaset, Papi arriva a firmare la regia di diversi programmi televisivi, fiction, videoclip, film pubblicitari e molto altro ancora. Tra questi: Grande Fratello, Amici, Forum, Un posto al sole, La squadra e il recente Vite Straordinarie. Adesso, forte della sua esperienza, fornisce agli ambiziosi masteristi della neonata officina dell’audiovisivo del Suor Orsola Benincasa una diversa chiave di lettura sulla regia e sul mestiere del regista. “Punto di partenza essenziale – continua Papi – è la scomposizione dell’immagine, ossia una comprensione tecnica ed effettiva dell’inquadratura che permette di capire quale impronta intendete donare alla vostra storia”.
Diversamente infatti da una prassi oramai consolidata che vede nella rottura degli schemi e delle forme della messinscena l’arma più sentita per giustificare il proprio taglio stilistico, Massimiliano Papi preferisce procedere gradualmente nella costruzione di un punto di vista innovativo e propone per questo una rivisitazione dei cardini della regia che, se arricchiti, possono dar luogo ad uno sguardo filmico rinnovato e distintivo. Nella proposizione dei propri argomenti si spazia infatti dalla base dell’analisi dell’inquadratura allo studio dei formati televisivi, dalla definizione delle tecniche di ripresa alla realizzazione di un’intera sequenza narrativa, fino ad arrivare alla direzione artistica degli attori su un vero e proprio set cine-televisivo. Una lezione , quella di Papi, che si è presto tramutata in un vero e proprio laboratorio di regia dove i giovani studenti sono riusciti concretamente a confrontarsi con la sperimentazione pratica di quelle regole che spesso connotano l’anatomia di un linguaggio, che diventano rappresentazione e che fanno sì che la percezione si tramuti in emozione. Grazie agli strumenti e alle tecnologie presenti al Master è stato infatti possibile condurre delle vere e proprie esercitazioni durante le quali il docente ha approfondito alcune regole classiche della regia come: il campo e il controcampo, il principio del triangolo (più comunemente definito “regola dei 180°”) e la disposizione degli attori sul set.
Più complessa sembra essere invece la scelta del punto di vista narrativo attraverso l’occhio della macchina da presa sul cui posizionamento emergono spesso numerosi dubbi e interrogativi. Secondo Papi la soluzione risiede nella centralità del racconto all’interno di qualsiasi opera audiovisiva e per questo spiega come in realtà ogni ruolo, inquadratura, movimento di macchina e posizione della cinepresa sul set venga in realtà deciso dalle scelte narrative che la storia inscenata impone di perseguire. “Non va dimenticato però – tiene a precisare Papi – che una buona conoscenza del glossario filmico e della messinscena è sì fondamentale, ma sempre subordinata alla struttura narrativa della storia che si va a raccontare”.