Lasciati andare, il terzo film di Francesco Amato (Cosimo e Nicole, Ma che ci faccio qui!), ha tutte le carte in regola per diventare emblema della nuova commedia all’italiana. Ambientato nella periferia romana dei giorni nostri, Lasciati andare racconta la storia di Elia Venezia, uno psicanalista – interpretato da un magistrale Toni Servillo – un po’ troppo rigido e disincantato che, con l’avanzare dell’età, si è un pò lasciato andare sul piano fisico. Costretto a dimagrire per ragioni di salute, quest’ultimo si affida (anche se con qualche perplessità) a un’esuberante personal trainer, Claudia – interpretata da Veronica Echegui – che lo trascinerà nel vortice delle sue disavventure sentimentali. Sarà a questo punto che Elia entrerà in contatto con il surreale personaggio dello straordinario Luca Marinelli, galeotto ed ex ragazzo di Claudia, bisognoso delle doti dello psicanalista al fine di recuperare il bottino ‘perduto’ di una rapina.
Pochi personaggi principali e dialoghi brillanti sono tutto ciò che serve per tenere alta l’attenzione del pubblico in sala. Il cinema italiano non ha più bisogno di situazioni gonfiate e sull’orlo del ridicolo per strappare una risata allo spettatore, semplicemente del giusto contesto; non è ciò che viene detto che fa ridere, ma come viene detto. L’intenzione comica di una battuta apparentemente normale viene resa perfettamente dal talento di un cast d’eccezione, che fino ad ora – discorso che vale prevalentemente per Servillo e Marinelli – non avevamo mai visto in queste vesti. Ma è anche giusto uscire dalla propria “comfort zone” perché quando si hanno attori di questo calibro e una regia esattamente sul pezzo l’esperimento non può che andare a buon fine.
Lasciati andare è un inno alla vita, al cambiamento, alla spensieratezza. Non è mai troppo tardi per cambiare – sembra volerci ricordare il regista – a patto di essere disposti a superare i propri limiti.
Di Sabrina Coppola