Il premio Oscar Asif Kapadia, autore di due docufilm di spessore come “Amy” e “Senna”, ha ora raccontato – attraverso il suo sguardo – una figura controversa come “Diego Maradona” (anche titolo del suo nuovo documentario), focalizzando l’attenzione proprio sul periodo napoletano del calciatore argentino, mostrando anche gli eccessi della sua vita privata. Eccessi che tanto hanno fatto indispettire Ignazio Senatore, psichiatra e tifoso napoletano, che accusa il regista di trattare la sfera privata del fuoriclasse sudamericano con poca sensibilità . Abbiamo incontrato a Napoli Asif Kapadia, che ha risposto alle domande dei giornalisti.
Come mai ha scelto la semifinale di ‘Italia 90’ come causa della rottura tra Maradona e l’Italia?
“Quando sei un regista, devi fare delle scelte. In questo caso, la chiave simbolica mi ha aiutato nella decisione: Maradona calcia e segna il rigore decisivo che spedisce l’Italia a casa, e dove lo fa? Allo stadio San Paolo di Napoli, attirando tutte le antipatie dei tifosi italiani. Dopo quest’evento, Maradona smise di essere calciatore se consideriamo le successive squalifiche avute per doping. Insomma, per me, ‘Italia 90’ rappresenta l’inizio della fine di Diego”.
Nel film, si ha l’impressione che Diego Maradona sia una vittima della camorra. Per lei è così?
“Tutto ciò che ho mostrato è vero, con la voce narrante di Diego. Se voi napoletani lo identificate come vittima della camorra è perché evidentemente lo era per davvero”.
Nel suo documentario, il preparatore atletico di Maradona Fernando Signorini, parla di due figure: Diego e Maradona. Crede che queste due figure possano convivere?
“Certo! Hanno l’una bisogno dell’altra, come lo Yin e lo Yang. Diego è più timido, è un ragazzo con le sue insicurezze, cresciuto per le strade della periferia argentina. Maradona, invece, è un personaggio nato dall’esigenza di non mostrare più debolezze, di essere apparentemente senza paura e senza ripensamenti. Credo che Diego abbia bisogno di Maradona e viceversa”.
Lei dice di aver intervistato Maradona con l’intento di ottenere del materiale per il suo film, ma lei crede di aver intervistato Diego o Maradona?
“Immagina di tracciare una linea temporale dove i due estremi sono rappresentati da Diego e da Maradona. Ecco, io mi sono addentrato in questa linea dove lui era a volte Diego e a volte Maradona. Una cosa è certa: ho avuto parecchia difficoltà ad accettare la sua sincerità nel raccontarmi alcune vicende in modo, forse, troppo dettagliato. Ma è Maradona, imprevedibile sia in campo che fuori”.
Diego ha visto il film?
“No, fino ad ora lo ha sempre evitato. Forse per impegni, forse perché spaventato. Insomma, mi porta a cambiare idea ogni settimana! (ride, ndr)”.
Quando Maradona vedrà il film, crede che reagirà alla Diego o alla Maradona?
“Non lo so (ride, ndr), ma spero di poter assistere alla prima volta in cui Diego guarda il mio film. Sarebbe un’emozione unica”.