“Io sono tempesta” di Daniele Luchetti fa riflettere sulla società italiana di oggi. Già noto al grande pubblico per “Mio fratello è figlio unico” e “La nostra vita” (3 David di Donatello 2011 tra cui miglior regia e miglior attore) il regista romano porta sul grande schermo una commedia sociale con tratti tragicomici.
Il film è la storia di Numa Tempesta (Marco Giallini), un ricco finanziere che, a causa di alcune truffe commesse, deve scontare una condanna all’interno di un centro di accoglienza. Qui presterà servizi sociali ai senzatetto, non più sporcandosi le mani a livello finanziario ma “pulendo i bagni comuni”. Ma questo è solo l’inizio. Usciti dalla sala, verrà in realtà da chiedersi se il potere del denaro può prevalere sulla morale.
Nel film è evidente la presenza di attori non professionisti che rendono la recitazione forzata, sminuendo la bravura di attori professionisti come Giallini. La ripetizione di episodi simili fra di loro non permettere lo scorrere fluido della storia e quindi a tratti il film risulta essere monotono. Elio Germano, già presente in film importanti di Luchetti, recita qui in un ruolo non centrale ma incisivo.
Lo sguardo di Luchetti, seppur fermo e privo di pregiudizi, risulta essere anche empatico, onesto, in fondo ottimista. In un mondo in cui si crede che “tutto ha un prezzo”, come dice lo stesso Tempesta, il messaggio di speranza del film è rivolto a chi ancora crede che la felicità non si possa comprare.
Giulia Fornaro