“Hitchcock diceva il cinema è la vita senza i tempi morti; i neorealisti invece sostengono che i tempi morti sono la vita”. Introducono così i docenti Arturo Lando e Fulvio Iannucci la prima lezione di analisi della regia nei film del neonato Master di cinema e televisione dell’Università Suor Orsola Benincasa. Per poter far cinema, riconoscere i suoi meccanismi, i suoi messaggi, si predispone inevitabilmente la comprensione dei diversi “sentire” che la lanterna magica del cinematografo ha schiuso nel tempo. A tal proposito si è dunque introdotto il neorealismo italiano ponendo, in particolare, l’attenzione su Roberto Rossellini e i suoi capolavori, uno su tutti Paisà.
“Con Rossellini e Zavattini, veri padri del neorealismo, nasce una poetica ‘dell’andare a zonzo’ e questo girovagare non è per niente spensierato, c’è una frantumazione degli spazi; è l’antieroe a fare la differenza con la sua prospettiva, si inizia a parlare dell’uomo da marciapiede”. Arturo Lando pone l’accento sulla grande novità portata dai personaggi neorealisti. Sono personaggi incapaci di muoversi realmente, che entrano in contatto con quello che si concretizza come il troppo bello o il troppo brutto, in un’unica parola l’intollerabile. In un film nudo e crudo come quello neorealista sembrerebbe che la poetica non ci sia ma, se si riflette, appare chiaro come la posizione dei soggetti rappresentati, i luoghi scarni post bellici, l’incomprensione dei dialoghi e il silenzio raccontino molto altro, ed è in questo andare oltre i canoni del cinema classico che si racchiude la nuova forza poetica.
La lezione non è semplice monologo dei docenti ma è fatta anche di dibattito con gli studenti e proiezione di spezzoni di film; per poter comprendere davvero un lungometraggio neorealista bisogna infatti abbandonarsi alla visione, guardare per capire. In questo senso si è sottolineata l’importanza della trilogia della solitudine di Rossellini e sono stati fatti vedere due episodi (Napoli e Firenze) del film Paisà. Una pellicola che, secondo Fulvio Iannucci, ”è fatta di personaggi apparentemente abbandonati dinanzi alla macchina da presa, che poi tanto abbandonati non sono: sono uomini e donne intrisi di poesia che riflettono e fanno riflettere”.
A conclusione della lezione i docenti sottolineano :“I film neorealisti, di Rossellini e altri, sono film dal grande impatto sentimentale, un po’ come i grandi capolavori di Shakespeare, che colgono uno stadio del nostro percorso personale e quello della storia umana, una sorta di narrazione transtorica, unica”. Parole importanti che pongono l’accento sulla forza di quel cinema di altri tempi che in fondo appare sempre moderno e che sono da monito per i tanti giovani, studenti e mestieranti, che sono alla ricerca di quella stessa forza poetica per raccontare al pubblico le proprie storie.