Scritto e diretto da Lucio Fiorentino, “Core e sang” lo si è potuto vedere per fortuna per due giorni al cinema Hart di Napoli dopo aver girato per vari festival. La trama ruota attorno alle vicende di Giuliano, chitarrista con un passato da pugile fallito, che decide di tornare sul ring per un incontro clandestino e per rimediare i soldi necessari alle cure della sorella, malata di tumore. È una storia sulla musica, sulla boxe e sull’amore; si ispira molto liberamente alla reale biografia del protagonista, Alessandro Fontanarosa, ragazzo dal passato difficile, salvato prima dal pugilato e poi dalla musica. Il film nasce dall’incontro – umano e artistico – del regista con Alessandro, in una palestra di boxe nella quale quest’ultimo è istruttore. “In realtà quando incontrai per la prima volta Alessandro – racconta Fiorentino – non era ancora un artista o un attore, era un ragazzo carismatico, ma ‘difficile': se c’erano risse a Napoli, c’era anche lui. L’ho rincontrato pochi anni fa e, ritrovarlo da ‘maledetto’ dell’epoca a cantante e chitarrista è stato strano. Nel frattempo aveva fatto anche il pugile. Io ho semplicemente preso questi suoi talenti e li ho messi nel film. Per il resto, la storia è totalmente originale”.

640x480Fontanarosa, il protagonista di “Core e sang”, racconta il suo passato da ‘ragazzo dannato': “Nei periodi adolescenziali – dice – per attirare l’attenzione, spesso i ragazzi canalizzano la loro energia in qualcosa di sbagliato. La musica e la boxe, fortunatamente, mi hanno aiutato a superare questo stadio della mia adolescenza”. Fiorentino spiega che girare a Bagnoli è stata una scelta coerente con la storia del protagonista: “Bagnoli – dice – è la metafora di una bellezza e di un futuro negati; rappresenta l’idea di un talento mancato, che teme il successo e che non ha fatto i conti con il passato. E’ una città che avrebbe potuto avere delle possibilità pazzesche, che sarebbe potuta diventare un incubatore di cultura e cinema”. Inoltre, spiega, è stato difficile trovare qualcuno che investisse su questo film, film che è ancora alla ricerca di una vera distribuzione. “Un film non distribuito – dice il regista Fiorentino – è come un bambino tenuto chiuso incasa”.

Valentina Visconti