Il momento più atteso dell’anno per tutti gli appassionati di cinema è arrivato: il 22 febbraio 2015 al Dolby Theatre di Los Angeles si è tenuta l’87° edizione della notte degli Oscar condotta dall’attore Neil Patrick Harris (noto attore della serie tv “How I Met Your Mother” e del recente film candidato premio Oscar, “L’amore Bugiardo”).
La serata si è svolta senza particolari colpi di scena o momenti imbarazzanti, ma sicuramente le emozioni dei vincitori sono state i baluardi dell’intera premiazione. Vincente il regista messicano Alejandro Gonzàles Iñarritu che si è portato a casa i riconoscimenti più importanti: miglior film, miglior regia, miglior sceneggiatura originale e miglior fotografia per l’acclamatissimo “Birdman” che ha spazzato via gli altri validi candidati, declassando anche il quotatissimo “Boyhood” di Richard Linklater che invece ha ricevuto una sola statuetta per Patricia Arquette come miglior attrice non protagonista. Amara delusione anche per l’attesissimo “Selma” che si è accontentato del premio Oscar miglior canzone con “Glory” cantata nel corso della serata da JhonLegend e dal rapper Common emozionando l’intero Dolby Theatre di Los Angelese e per “American Sniper” che, nonostante abbia sbancato il botteghino e le sei nomination, si è dovuto accontentare di una sola statuetta come miglior montaggio sonoro lasciando il regista Clint Eastwood con un Oscar di Lego. Seppur non particolarmente sorprendente la serata ha regalato forti emozioni e soprattutto meriti a Julianne Moore che si è aggiudicata la statuetta come miglior attrice protagonista per il film “Still Alice” e per Eddie Redmayne premio Oscar come miglior attore protagonista per la formidabile interpretazione del fisico Stephen Hawking nel biopic “La teoria del tutto”. Contrariamente alle aspettative, anche il film “Grand Budapest Hotel” di Wes Anderson ha raccolto solo quattro premi tecnici: miglior trucco, miglior colonna sonora, miglior scenografia e infine miglior costume valorizzando ancora una volta la nostra bandiera tricolore, donando all’italiana Milena Canonero il suo quarto Oscar. A sorpresa invece, “Whiplash”, seppur favorito come film per i premi “minori”, è riuscito a portarsi a casa tre statuette: miglior montaggio, miglior sonoro e infine il premio miglior attore non protagonista per J. K. Simmons. La premiazione, seppur non memorabile nella storia dei premi Oscar, sarà ricordata per i grandi discorsi dei vincitori; a cominciare dall’appello di Patricia Arquette sui diritti delle donne e sulla parità tra i sessi coinvolgendo particolarmente Meryl Streep e Jennifer Lopez, a cui è seguito il discorso del vincente Alejandro Gonzàles Iñarritu che dopo aver divertito il pubblico con battute ironiche su Michael Keaton, ha subito portato l’attenzione sui suoi connazionali affinché i loro diritti vengano riconosciuti nel paese in cui lavorano, alla confessione di Graham Moore (premio oscar miglior sceneggiatura non originale per il film “The Imitation Game”) sul bisogno di sentirsi diversi e infine, le parole di Julianne Moore e di Eddie Redmayne che hanno ricordato i malati di SLA e di Alzheimer, accogliendo grazie alle loro parole, una vera e proprio standing ovation dalla platea. Infine, il premio che l’anno scorso ha garantito un primato all’Italia grazie alla “Grande bellezza” di Paolo Sorrentino, quest’ anno è passato in Polonia per il film “Ida” di Pawel Pawlikowsky come miglior film straniero, mentre il miglior documentario se l’è aggiudicato “Citizenfour” . infine doppietta per la Disney che, per il secondo anno di fila si è assicurata la statuetta come miglior film d’animazione con “Big Hero 6”. Infine, per celebrare la più famosa notte del cinema, non poteva mancare il momento In Memoriam dedicato a tutti gli artisti che ci hanno lasciato tra cui Robin Williams, Virna Lisi e Anita Ekberg dimenticando però, il grande regista italiano Francesco Rosi.