“Dimmi tre film, tre serie Tv e tre libri che ti hanno profondamente colpito ed emozionato”: è con questo momento di conoscenza che comincia la prima lezione di Nicola Giuliano, produttore cinematografico premio Oscar (con “La grande bellezza”) e direttore del Master in Cinema e Tv. “Conoscere è fondamentale in questo campo – dice – pensare di scrivere o girare senza conoscere ciò che hanno fatto in precedenza altri registi o sceneggiatori non è impossibile ma certamente molto difficile”. Infatti la sua lezione verte in particolare sulle figure del produttore e dello sceneggiatore, appunto quelle che danno il via a tutto il processo creativo di un film.
Dopo aver premesso che nello scrivere una sceneggiatura non esistano né una scienza esatta né una serie di regole prestabilite, il celebre produttore spiega ciò che lui cerca con la sua casa di produzione Indigo Film: “Mi aspetto di essere sedotto dalla sceneggiatura, di riuscire a vedere già nella mia mente le immagini descritte da ciò che sto leggendo, e che mi deve conquistare sempre di più, parola dopo parola”. Per riuscire in questo, però, spiega che, per lui, ci sono alcune attenzioni che lo sceneggiatore deve rispettare: in primis deve trovare un buon titolo, che deve essere cioè accattivante e seducente. “Il titolo – afferma Giuliano – è la prima cosa che attrae e incuriosisce il produttore che riceve un soggetto cinematografico. Inoltre è fondamentale una corretta esposizione della storia, cioè senza errori grammaticali, ortografici o ripetizioni, perché distraggono e deconcentrano dalla lettura”.
Il produttore spiega che è essenziale avere le idee chiare sul “tema” dell’opera, e su ciò che sarà inquadrato dalla camera da presa. Chi scrive per immagini deve sapere che, se si scrive un soggetto cinematografico in terza persona, si creerà un determinato punto di vista, se si scrive viceversa in prima persona, se ne creerà un altro, ovvero un effetto del tutto diverso. “La regola d’oro per uno scrittore – spiega – è quella di chiedersi per ogni scena scritta: ‘Che cosa si vedrà sullo schermo?’. Stiamo infatti scrivendo per immagini, abbiamo quindi l’onere di raccontare come accadono tutti gli eventi, senza fare salti temporali, oppure trovando idee originali per mettere in scena il passare del tempo in maniera visiva e non ‘verbale’ come potrebbe avvenire in un romanzo. Una sceneggiatura scritta bene saprà rispondere in ogni sua parte alla domanda fondamentale che dicevo poco fa”.
Ma quali sono le migliori tra tutte le idee per film? “Sono i cosiddetti ‘high concept’ – spiega il produttore –, cioè quelle idee che si possono raccontare in pochissimi secondi, in circa 25 parole, che funzionano a perfezione per attrarre lo spettatore e che, in più, sono assolutamente originali. Esempi? ‘Il sesto senso’, ‘Her’ o ‘The Truman Show’”. Ovviamente non è necessario cercare esclusivamente gli “high concept”. Ciò che conta è far arrivare alle persone la propria storia, storia che ha sempre più bisogno di concatenazioni “visive”, tra una situazione e un’altra, rispetto a quanto avviene in un romanzo, dove sono le parole a spiegare sempre tutto. Un’ultima regola fondamentale, per Giuliano, è “non far fare ai personaggi ciò che non farebbero: tener conto delle caratteristiche e del carattere stesso del personaggio. Se quest’ultimo farà azioni che fuoriescono dalla sua personalità, si perderà senza rimedio la credibilità del film”. In definitiva la professione del produttore non è per niente semplice, è fatta di scelte e di rifiuti. E con queste scelte ci si assume la responsabilità del risultato in sala: “Il produttore ha un organo in più: quello che mette insieme la pancia, il cuore e il cervello”.
Valentina Di Fraia