In questo novembre 2014 la prima edizione del City Film Festival ha avuto come protagonista la passione per il cinema documentario. Tra le diverse pellicole spicca il film diretto da Gianluca Loffredo intitolato Il console e il custode, uno dei film prodotti dal City film festival – spiega la direttrice artistica Silvia Angrisani –. E’ inserito in una selezione specifica chiamata In Residenza, perché ambientato in un noto luogo di Napoli: l’Institut Francais di Napoli, ossia il palazzo Grenoble, a cui il film è dedicato”.
Il giovane regista Gianluca Loffredo offre un’ampia panoramica della vita quotidiana del famoso palazzo Grenoble di Napoli, alternando il punto di vista del console Christian Thimonier, che ha nel palazzo la propria sede ufficiale, a quello della custode del palazzo, che a sua volta ha ereditato questo lavoro da suo padre. Il film da un lato mostra al pubblico una serie di luoghi del Grenoble seguendo un percorso che inizia in via Crispi (dove è collocato istituto), passa per l’ingresso, per il giardino e per gli uffici. Dall’ altro lato il documentario pone l’accento su una nuova visione dell’istituto, inteso come luogo non solo di cultura, ma, come spiega il regista: “una sintesi creativa di organizzazione francese e d’improvvisazione napoletana”. Obiettivo di Loffredo è, infatti, quello di offrire una prospettiva sull’istituto, un nuovo sguardo che si può intuire – come egli stesso afferma – “solo vivendo la vita quotidiana del palazzo, così da accorgersi che qui al lavoro non ci sono solo cultura e istituzioni, ma soprattutto persone con il proprio modo di comunicare e di interpretare il proprio lavoro”.
Il pubblico sembra aver colto il desiderio del regista, apprezzandone non solo la qualità artistica, ma soprattutto lo sforzo di conoscere – come ha spiegato Loffredo – il palazzo “da dentro”, mostrando, con un montaggio alternato, le diverse opinioni del console e della custode, uniti non solo nel lavoro ma soprattutto dal desiderio di creare un luogo che simboleggi la cultura e, al contempo, sia per i napoletani una “maison”, una casa con un ambiente familiare.