Valeria Golino è a Napoli per presentare “Euforia”, il film con cui torna alla regia a cinque anni di distanza dal suo film d’esordio “Miele”. Il nuovo lavoro racconta la storia di due fratelli, Matteo e Ettore, interpretati da Riccardo Scamarcio e Valerio Mastandrea: il primo è un giovane imprenditore di successo che vive appieno la propria vita, il secondo insegna scienze naturali ed è un uomo molto tranquillo e pacato. Le loro scelte li hanno allontanati. La vita li costringerà a riavvicinarsi.
Una storia vera? “Ho preso spunto per il film da un mio caro amico che stava vivendo una situazione difficile – racconta la regisa – ma che non perdeva mai una sua propria leggerezza. Lui mi raccontava le sue esperienze e, dai suoi racconti, ho capito che poteva nascere un bel film. Con l’aiuto delle sceneggiatrici, abbiamo costruito in una storia”. La regista spiega che nel film sono presenti sentimenti che spesso contrastano tra loro: “Ad esempio sentimenti di affetto durante scene crude. E non mancano scene buffe anche in contesti drammatici. È come nella vita, c’è un po’ di tutto: dolore e risate”.
Sensazioni durante la realizzazione? “È un film denso e difficile, ed è stato difficile anche da realizzare. Mi sono posta l’obiettivo di far ricercare, dal pubblico, significati e risposte che possano trasformarsi in speranza per il futuro”. Come mai la scelta di questo titolo? “L’euforia è quella sensazione propria dei subacquei quando raggiungono grandi profondità. Si sentono appunto euforici, felici, liberi. Naturalmente, a questa sensazione, deve subito seguire la saggia scelta di risalire prima che sia troppo tardi. L’euforia è un modo di vivere la vita, nonostante il dolore che appartiene a tutti noi in quanto esseri umani”.
Valeria Golino spiega ancora che le difficoltà del film sono state ampiamente compensate dalla bravura del cast artistico in cui, oltre all’ex-compagno Riccardo Scamarcio, ci sono anche tre sue grandi amiche: Isabella Ferrari, Jasmine Trinca e Valentina Cervi. “Quando si lavora con gli amici, ci si diverte – confessa la regista – ma si avverte anche una maggior responsabilità, che non si avvertirebbe lavorando con semplici conoscenti. La paura di deludere gli amici è costante”.
Ancora una domanda: tre aggettivi per definire il suo rapporto con Napoli. “Domanda difficile! Come definire il mio rapporto con questa meravigliosa città? Posso dire solo che Napoli è la mia città, è quella dei miei meravigliosi ricordi di bambina. È una città che sento sempre vicina, anche quando sono lontana”.
Valentina Visconti