Una coppia alle prese con divergenze religiose – lui cattolico, lei buddista –, un dolce e sofferto amore nel carcere di Nisida e la scoperta dell’amore a quarant’anni per due scapoli in crisi: grazie ad una misteriosa figlia arrivata da un paese lontano. Queste le tre vicende raccontate da “San Valentino Stories”, commedia sentimentale in uscita appunto in occasione del giorno degli innamorati, divisa in tre episodi, ciascuno diretto da un giovane regista emergente su soggetto di Alessandro Siani. “Volevamo provare il divertimento di raccontare una storia d’amore ambientata a Napoli da tre punti di vista differenti – dice il produttore Andrea Cannavale -. La nostra città è sempre stata la città dell’amore e per questo siamo partiti dall’idea che Cupido è nato qui”.
Tuttavia non siamo davanti ad una Napoli da cartolina, ma ad una città complessa, con i suoi conflitti e le sue speranze di pace e di riconciliazione. Entriamo infatti in una comunità buddista con Chiara (Denise Capezza) e con Pasquale (Pasquale Palma), in “Per amor di Dio”, regia di Antonio Guerriero, già noto regista teatrale che ha collaborato fra gli altri con Vincenzo Salemme. Entriamo poi nel carcere minorile insieme ad Antonio (Giovanni Buselli) e Anastasia (Noemi Sales) e ai loro compagni, con i quali lottano per rifarsi una vita studiando pasticceria, sotto la supervisione di uno chef severo ma di gran cuore (Massimiliano Rossi): avviene in “L’isola di cioccolato”, regia di Emanuele Palamara, applaudito in diversi festival, tra cui la Mostra di Venezia per il suo corto “La Smorfia”, e di recente per “Uomo in mare” con Marco D’Amore.
Infine giriamo per Pozzuoli in un divertente tour con il duo comico Gigi e Ross e Aregash (Elena Sotgiu), protagonisti del terzo episodio, “Carichi di Meraviglia”, con la regia di Gennaro Scarpato, attore comico passato alla cinepresa a soli ventitré anni. “E’ un momento speciale – continua il produttore Cannavale – ci sono tanta energia positiva e tanto talento a Napoli e il nostro cinema può guardare il cinema nazionale a testa alta. Un tempo si diceva che il centro del cinema italiano fosse Roma, ma non è più così”. Perché ritornare alla commedia sentimentale? “Perché – risponde il regista Antonio Guerriero – d’amore non si parla mai abbastanza”.
Edoardo Esposito