Come si possono imbrigliare le caratteristiche territoriali per valorizzare l’audiovisivo? Su questo interrogativo, al Suor Orsola Benincasa, si è svolto l’incontro “Il Cinema DI e DA Napoli”, parte del ciclo d’incontri del Sabato delle Idee.
Un incontro scaturito dalla “necessità di fare un punto della situazione” – come afferma in apertura il rettore dell’ateneo, Lucio d’Alessandro. “Napoli è stata un importante sfondo del cinema, producendo autori e attori” – dichiara Gaetano Manfredi, rettore della Federico II, al punto da avere le potenzialità per emergere nella dinamica globale del cinema, in virtù di una Napoli del futuro, lontana dalla sua marginalità. Chiude l’apertura Marco Salvatore, fondatore del pensatoio, ponendo l’accento sulla relazione tra cinema e turismo, un legame da sfruttare per migliorare l’economia regionale. Tanto da ritenere “che questo sia il momento migliore e opportuno per leggi di infrastruttura del cinema”.
Moderatore è il critico cinematografico Valerio Caprara, che propugna un incontro lontano da interventi teorici e astratti, concentrato su ciò che si è fatto, si fa e si può fare. Pur “contro l’eccesso delle leggi, che ingabbiano il concetto di talento”, riconosce la necessità di favorire la nascita delle creatività, confrontandosi con le visioni strategiche istituzionali ma favorendo “la formazione più che la legge”, un’affermazione rimarcata dall’intervento di Nicola Giuliano, produttore vincitore dell’Oscar con “La grande bellezza” di Paolo Sorrentino. “E’ per questo che – afferma il produttore – considero davvero un buon risultato quello di aver creato a Napoli una struttura di formazione al cinema e agli audiovisivi che invogli i giovani di quest’area territoriale a specializzarsi qui a Napoli e a produrre a Napoli: proprio ciò cui la mia generazione (di napoletani – n.d.r.) aveva rinunciato”.
Gli interventi sono stati incentrati rispetto alle istituzioni. Dalle analisi di mercato Luigi Grispello, passando per Rosanna Romano, Marina Marzotto, Rosita Marchese, Bruno Zambardino e le loro spiegazioni – tra l’iter delle leggi a favore dell’audiovisivo e la ripartizione dei fondi – si crea un quadro positivo sullo sviluppo dell’industria, un investimento basato sui progetti e le persone. Sul versante culturale Luciano Stella, produttore de “L’arte della felicità” e “Gatta Cenerentola”, ha definito il “limite” come una opportunità per un linguaggio artistico, elogiando la capacità d’ibridazione di Napoli. Così come Angelo Curti (produttore degli spettacoli di Toni Servillo così come dei film che rivelarono il Mario Martone regista di cinema) ha affermato che la legge è “necessaria ma non sufficiente”, proponendo che “il cinema DI e DA diventi PER Napoli”. Un incentivo viene anche dal docente a Pisa ed esperto in finanziamenti Ugo Di Tullio, in particolare col concetto del Movie Cluster: fare in modo che una serie di aziende del territorio si unisca in una cordata, ciò per traguardi affascinanti come la creazione a Napoli di un Centro per il restauro digitale del grande cinema italiano.
Chiude la sessione Gianfranco Pannone, documentarista e docente del Master in Cinema e Televisione, asserendo che “Napoli può diversificare l’offerta come nessuno in Italia: questo luogo è occasione per raccontare storie più caratterizzate, in senso appunto territoriale, di quanto non accada in tutto il resto d’Italia”.
Mirko Cipriano