Antonio Frascadore, autore televisivo dapprima in Sky, poi in Mediaset, oggi in forza alle “Iene” su Italia 1, ha appena concluso la lezione inaugurale dell’area Tv del Master in cinema e televisione, nella quale svolge funzione sia di docente sia di tutor che accompagna gli allievi giorno per giorno. “Sicuramente il punto di forza di questo Master è la possibilità, offerta ai ragazzi, di entrare in contatto diretto con professionisti del cinema e della televisione. È come se si frequentassero degli stage durante l’anno stesso. Questo Master rappresenta il passaggio diretto da un corso di laurea al mondo del lavoro: qui i corsisti hanno a disposizione tutti gli strumenti necessari e utili per poter svolgere direttamente un’attività lavorativa”.
Tra i punti di forza dell’Università Suor Orsola Benincasa ci sono anche delle ottime strutture e attrezzature, cosa ha da dire al riguardo?
“Assolutamente sì, le strutture sono chiaramente un punto di forza di questo Master. Tantissimi registi, autori e direttori di rete venuti durante lo scorso anno ci hanno addirittura ‘invidiato’ per le attrezzature di cui disponiamo. Potremmo tranquillamente girare una serie Tv, un documentario o un programma televisivo. Da questo punto di vista l’Università ha davvero investito molto”.
Che risultati sono stati ottenuti da MCT l’anno scorso?
“Sono stati ottenuti risultati a mio avviso altissimi. I ragazzi hanno realizzato vari prodotti cinematografici e televisivi ed hanno partecipato a vari concorsi, tra cui uno nazionale, indetto dall’Anart (l’Associazione Nazionale degli Autori Radiotelevisivi e Teatrali, ndr), per il quale, su dieci categorie, hanno vinto ben quattro premi. In seguito i ragazzi sono riusciti ad ottenere anche proposte di stage e contratti lavorativi presso aziende televisive importanti”.
Per quanto riguarda la prima lezione di quest’anno, che impressione le hanno fatto i nuovi corsisti?
“Sono dei ragazzi svegli con tanta voglia di fare. Lo scopo del Master è proprio quello di spingerli a creare idee e sviluppare la loro creatività. Sembrano tutti all’altezza dei ragazzi dello scorso anno. Del resto sono stati svolti colloqui di ammissione e sono state constatate le loro potenzialità”.
Quando si è presentato, cioè nel corso della prima lezione, ha detto che il cambiamento è necessario soprattutto per chi lavora in quest’ambito. Come mai, quindi, ha voluto continuare questa esperienza per il secondo anno di fila?
“Principalmente perché per me la docenza, fin da piccolo, è un amore e una vera e propria vocazione. Mi piace semplicemente poter trasmettere agli altri tutta l’esperienza accumulata in questi anni e che continuo ad accumulare ogni giorno”.
Luigi Iodice