Napoli – La cinepresa di The Blair Witch Project, il tragicomico graffiante di Una Notte Da Leoni, la verve di Colorado. Il cuore lo ritroviamo, però, tra le pieghe di quel Little Miss Sunshine che celebra la famiglia delle imperfezioni e delle nevrosi, ma anche dell’abilità di restare insieme nonostante tutto. Questa la sintesi de I Babysitter secondo cast e produzione: parte dell’energica troupe si è con la stampa a discutere del film al Grand Hotel Vesuvio di Napoli. Opera prima in solitaria per il regista Giovanni Bognetti, con protagonisti Francesco Mandelli, Paolo Ruffini, Andrea Pisani e Simona Tabasco.
I Babysitter è la storia del trentenne Andrea (Mandelli), impiegato alquanto triste al servizio del super-manager di mezz’età Gianni Porini (Abatantuono). Quando il giovane accetterà di pernottare alla lussuosa villa del capo, così da badare al piccolo Remo (Davide Pinter), si ritroverà inaspettatamente alla porta gli amici Aldo (Ruffini) e Mario (Pisani): sono pronti a festeggiare il compleanno del protagonista. E i festeggiamenti avranno conseguenze estreme.
Remake in salsa italiana del fortunato Babysitting (2014) di Philippe Lacheau e Nicholas Bernamou, “il film – precisa Bognetti – desidera ricavare, da una confezione di commedia dissacrante, una discussione corale sul tema dei legami, mettendo in rilievo il fatto che la famiglia, in questa società, è quella che ci scegliamo”.
“Il film più comico che abbia prodotto nella mia vita”, chiosa Maurizio Totti, produttore, che però non sottovaluta la dimensione intima della sceneggiatura e ci tiene a rimarcare “come ciascun personaggio superi, a mezzo del pretesto comico, narcisismo e incapacità di stabilire relazioni affettive sincere”.
Un successo in Campania, l’empatia del pubblico appare ricambiata in modo equo dal resto del cast. In particolare Paolo Ruffini, che tra un’intervista e l’altra ne approfitta per raccontarci esperienze e sensazioni carpite dal panorama partenopeo: “Una volta feci uno spettacolo qui e mi sembrò che nessuno ridesse. Mi sono chiesto: com’è che a Napoli non si ride? Poi entro in un bar, il barista fa una battuta e mi rendo conto che faceva ridere più quella di tutto il mio spettacolo. In questa città la comicità è un riff. Capii che il sorriso è più silenzioso, ma c’è”. Sorride e aggiunge: «Lasciatevi andare, divertitevi ‘a bestia’ e andate al cinema, ché al cinema c’è la possibilità di essere felici. Il cinema è un centro di benessere dell’anima”.
Francesco Paolo De Angelis