Da oggi, sabato 19 Dicembre, andrà in onda in prima serata su Rai 1 Il Dono, nuovo appuntamento dedicato alle emozioni e girato interamente “on the road”. Il programma affronta tematiche reali e toccanti ed è rivolto ad un pubblico vastissimo; cioè a chiunque riesca ad immedesimarsi nei panni dei protagonisti.
Paolo Guerrieri, montatore del programma, nonché sceneggiatore e montatore cinematografico e docente all’Università “Suor Orsola Benincasa”, ci racconta questo nuovo prime time del sabato sera di Rai 1.
Come nasce l’idea del format del programma “Il Dono” e di cosa si tratta esattamente?
“La Rai ha acquisito il format dalla BBC inglese. È un factual, i cui protagonisti sono persone che nel corso della vita hanno perso l’occasione di dire “grazie” o di chiedere “scusa” a qualcuno nel momento in cui era più importante farlo, e con cui da allora hanno perso ogni contatto”.
Perché questo nome?
“Il nome del programma deriva da un piccolo dono che il protagonista affida al conduttore (Paola Perego e Marco Liorni), affinché venga consegnato alla persona che si vuole raggiungere. Si tratta di un oggetto significativo sia per chi lo dona che per chi lo riceve, e che richiama alla memoria di entrambi l’esperienza che ne ha accomunato i destini. Culmine narrativo è l’incontro finale tra queste due persone, un momento particolarmente intenso tanto per i protagonisti quanto per gli spettatori”.
In cosa si differenzia dagli altri programmi del sabato sera?
“La particolarità di questa produzione è che le riprese sono state realizzate integralmente fuori dagli studi televisivi, nel tentativo di costruire un racconto più vicino ai canoni cinematografici. Una scelta impegnativa, che aveva lo scopo di amplificare al massimo l’impatto emotivo delle singole storie e, per quanto concerne il mio punto di vista, l’esperimento è pienamente riuscito; ci si commuoverà parecchio”.
Qual è il suo ruolo nel programma e che tipo di lavoro ha svolto durante questi 5 mesi di produzione?
“Faccio parte del team di montatori che ha curato l’edizione delle storie. Abbiamo lavorato a stretto contatto con gli autori per adattare il format originale alla sensibilità del pubblico italiano, arrivando spesso a dire la nostra anche sui contenuti. Una libertà creativa inusitata rispetto alla nostra routine professionale, che spero di poter ripetere in futuro”.
Che tipo di macchine sono state utilizzate per le riprese?
“Il programma è girato in alta definizione, con macchine da presa Canon C300. Uno standard di ripresa che ci ha permesso di curare meticolosamente la qualità fotografica delle immagini”.