E’ nelle sale italiane La felicità è un sistema complesso, il nuovo film di Gianni Zanasi che vede come protagonista Valerio Mastandrea.

Enrico Giusti(Valerio Mastandrea) è il re delle cessioni. Intermediario per un’azienda che acquista società in crisi, avvicina i suoi clienti, quasi sempre vanesi e inconcludenti, ne guadagna la fiducia e ne risana la vita, facendoli ripartire in Costa Rica o agli antipodi. Figlio di un padre imprenditore, che ha abbandonato la sua famiglia per il Canada in seguito a un fallimento finanziario, e fratello maggiore di Nicola, eterno studente che come il genitore si risolve nella fuga, Enrico ripara il trauma infantile assistendo e scampando aziende da gestioni disastrose. La morte tragica di una coppia di imprenditori trentini, che lasciano un figlio diciottenne e una figlia tredicenne orfani e al comando dell’impresa familiare, e l’arrivo imprevisto della fidanzata israeliana, sedotta e abbandonata dal fratello, sconvolgeranno per sempre la sua vita. Una vita in passivo e in cerca di riscatto.

La felicità è un sistema complesso è un film ambizioso, con un sottotesto politico esplicitato in più momenti. Tanta la carne al fuoco, perfino troppa, in un lavoro difficile da analizzare proprio in virtù del fatto che si esulano i generi tradizionali. Anche se il personaggio affidato a Valerio Mastandrea strappa risate in più occasioni, il film di Zanasi non si colloca nell’ambito della commedia, anzi, è intriso di malinconia, amplificata da una colonna sonora molto languida e presente. La riflessione politica insita nel film si concentra su un tema su cui oggi si riflette spesso, quello di ‘economia sostenibile’. Enrico Giusti prova, nel suo piccolo, a sistemare le cose nel modo migliore per tutti, per i dipendenti e per i suoi capi. Il suo personaggio sembra genuinamente preoccupato per la sorte delle aziende di cui si occupa ed eliminare gli imprenditori incapaci, per lui, è quasi una missione.

Il regista lavora per associazioni ed evocazioni, inframezzando la narrazione tradizionale con pause che potremmo definire poetiche. Il risultato è un prodotto affascinante, un connubio perfetto di ironia e dramma, dove i rapporti sentimentali, familiari e lavorativi tra le persone non appaiono mai scontati e risolti.