Era il 13 novembre 1973 quando Vittorio De Sica decise di salutarci, lasciando un vuoto incolmabile in gran parte del cinema italiano. Ad oggi sono passati ben 40 anni dalla sua morte e in molti ricordano il grande maestro amato dal pubblico e dalla critica, adorato in patria quanto all’estero,.
Vincitore di ben quattro premi Oscar, una Palma d’oro a Cannes e un Orso d’Oro a Berlino, padre del neorealismo, della commedia all’italiana, Vittorio De Sica è un intramontabile rifermento per tutti gli amanti del cinema. Orson Welles considerava Sciuscià il più bel film del mondo: “Se per gli italiani il neorealismo è Rossellini, per gli americani è De Sica”. Ladri di biciclette, Miracolo a Milano e Umberto D. sono solo alcuni dei titoli che hanno fatto storia, basti ricordare dopo la fase della tetralogia “neorealista” il passaggio alla commedia comica come Ieri, oggi, domani e Matrimonio all’italiana.
Cominciò come attore a sedici anni con Il processo Clemenceau (1917) per iniziare ad affermarsi con Camerini nel 1932 con Gli uomini che mascalzoni… e Il signor Max nel 1937. C’è addirittura una carriera da interprete musicale di successo assoluto con “Parlami d’amore Mariù”, tratto dalle sequenze del film di Camerini, che portò De Sica ad incidere dal ’31 al ’40 una trentina di 78 giri per la Columbia.
Attore, regista, cantante e la storia parla anche di un De Sica incallito giocatore d’azzardo costretto ad accettare persino parti non certo degne di un grande artista della sua fama. Uno degli aspetti meno riconosciuti al poliedrico Vittorio fu senza dubbio quello di scopritore di talenti, il primo a credere in un acerbo Alberto Sordi nel 1951 con il film autoprodotto Mamma mia, che impressione!. Un artista a tutto tondo e per alcuni anche un amico, Roberto Rossellini dopo Il generale Della Rovere disse «E’ stato uno dei miei pochissimi amici, l’unico forse che io abbia avuto nel mondo del cinema» ed è bello ricordarlo così, nostro compagno di viaggio tra le strade di Roma e di Napoli, seducente narratore di trame, capace di farci vivere allegria e commozione.
Fotografie:
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